Gli schizzi gli bagnarono una parte dei pantaloni. Restò improvvisamente zitto,
troncando a metà lo stornello. Una improvvisa dose di rabbia lo investì. Alzò lo
sguardo in alto, verso le finestre della palazzina, sotto la quale si trovava, e se
ne uscì con un: "Chi ha tirato l'acqua?". Disse questa frase di getto e ad alta voce.
Mentre scrutava verso l'alto aggiunse un: "...e allora?", sempre più stizzito.
Notò poi una macchia scura che dall'alto gli stava piombando velocemente addosso ed
istintivamente fece un passo indietro. Un vaso di fiori si schiantò nel punto preciso
in cui si trovava un attimo prima, con un boato improvviso e spettacolare per quel
posto così silenzioso. Paolo girò subito su se stesso e corse sull'altro lato della
strada, lontano dalla palazzina e fuori dalla portata di un nuovo lancio. Una volta
in salvo, si girò di nuovo. Non poteva credere a quello che era successo. Poteva
rimanere ferito od anche peggio! Un profondo furore lo invase, alzò la testa ed urlò
a pieni polmoni: "Stronziiiiiii!", con tutte le sue forze. Avvertì subito un dolore
acuto al polpaccio e cadde in terra. Faceva un male cane. Si toccò i pantaloni, dietro
e sotto al ginocchio, dove partiva il dolore e sentì bagnato, ritirò la mano, la
osservò e vide che era impiastrata da un liquido rosso. Sembrava sangue. Ci fu
uno strano sibilo, con uno schiocco, vicino alla sua testa ed all'improvviso capì:
qualcuno gli aveva sparato ad una gamba, anzi qualche bastardo gli stava ancora
sparando ed ora mirava alla sua testa! Usava un fucile ad aria compressa, molto
probabilmente. La rabbia venne rapidamente sostituita dalla paura, che è un sentimento
veramente strano, perchè ti fa fare cose che non crederesti mai di riuscire a fare.
In un attimo si ritrovò in piedi a correre e non sentiva più nemmeno il dolore al
polpaccio. Percorse circa 300 metri, girò due volte per strade traverse ed alla fine
si fermò, perchè il dolore era ritornato con una fitta acuta.
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