Mi trovo accucciato sul pavimento. Mi sono mosso così velocemente che non ho avuto assolutamente il tempo di pensare a cosa stessi facendo. I due energumeni sono rimasti con la bocca semiaperta e stanno ancora fissando il punto spaziale dove mi trovavo poco prima. La mia mente sembra ora più lucida, quasi leggera. Nell'aria si vede un bagliore: cazzo! Mi sono mosso più velocemente dell'esplosione della capsula. Anzi mi correggo: la capsula sta ancora esplodendo. Mi muovo ondeggiando, l'aria sembra densa intorno a me. Sferro un calcio assassino alla rotula del ciccione alla mia destra e contemporaneamente tiro un pugno micidiale ai gioiellini di quello a sinistra. I miei colpi fanno male, mooolto male. I 2 ciccioni diventano di un rosso tendente al verde e vanno giù lentamente, ma senza nessuna voglia di rialzarsi.
Non avevano nessuna possibiltà, perchè io sono... Ma che cosa sono??? Dio mio, ho la risposta sulla punta dei miei pensieri, ma non riesco a pronunciare nessuna parola che metta ordine in questa vicenda. Ora il tempo ha riaccellerato e le cose non si muovono più cosi' lentamente intorno a me. I due bulldozer sono stesi a terra e sono del tutto incoscienti. Chi li ha mandati li ha abbandonati al loro destino. Ora il locale è di nuovo vuoto. La bionda! ..Dove è andata? Non la vedo. Un momento: è uscita attraverso una apertura dietro al palcoscenico. Forse è un'artista che si esibisce lì. Mi muovo anch'io e passo il palcoscenico. Dietro c'è un piccolo corridoio e due porte. Sono i camerini degli artisti. Mi sono scocciato di fare la persona educata. Apro senza bussare la porta più vicina. Bingo! La bionda è di spalle di fronte a me. Cioè, più che di spalle è a spalle nude. No, è proprio del tutto nuda e si sta rifacendo il trucco. La mia mente analizza la situazione, mentre il mio corpo rimane come paralizzato dalla sublime visione di quel corpo stupendo, senza nessun velo che lo copra ai miei avidi occhi. Il cervello per mi dice che una donna non si spoglia nuda per truccarsi la faccia. Qualcosa non quadra. "Eric, chiudi la bocca, sembri un pesce" Un sorriso assassino e sardonico compare in quel bel viso. "Vieni qui vicino. Allora hai parlato con 'Jimmy 2 Ruote'? Erano giorni che ti cercava". Ad un certo punto si fa strada la convinzione che mi sono scocciato. "Senti bionda, non attacca. Metti qualcosa su quel tuo bel sederino, perchè dobbiamo parlare seriamente. Questo 'Jimmy Vattelapesca' non è ora la cosa più importante. Voglio invece sapere da te subito una cosa: perchè mi conosci e soprattutto chi sono io?" Lo sguardo della bambola si allarga di stupore, come se avessi pronunciato le parole sbagliate, poi il sorriso ironico torna sulle sue labbra "Vorrei davvero sapere anch'io chi realmente sei caro. Come potrei definirti? Forse con un gioco di parole: sei un bell'esperimento!"... e giù una risata di cuore. Non ci vedo più dalla rabbia. La afferro e gli stampo 2 sberle da paura sulla faccia. Va giù come un sacco. La vista del suo corpo nudo scomposto in terra mi fa salire un desiderio prepotente di averla. Mi chino e la sollevo delicatamente fra le mie braccia. Apre gli occhi. Si muove come un felino. Mi si avvinghia addosso e mi alita in faccia. Il suo corpo è caldo. Comincio a tremare. Debbo averla lì, subito, senza nemmeno un attimo di pausa. Non aspetta altro. E' una macchina del sesso. Il nostro amplesso è rapido e bestiale, qualcosa di indescrivibile. Si nuove come un serpente. E' come possedere 10 donne diverse. Un'esplosione di piacere. Poi mi sento del tutto svuotato. Uno straccio. Lei sembra ancora fresca, come se la cosa l'avesse appena sfiorata. "Noi siamo uguali, Eric. Tu una macchina da guerra ed io una macchina del sesso". Sta piangendo. Sono sconcertato. Le sue parole echeggiano nella mia testa. Non capisco. Che cosa.... Poi capisco. Siamo cose, non persone. Oppure più che persone. Lei sta lì in terra, ancora nuda. La testa le ciondola in avanti, sembra una povera bambola rotta. Ha dei sussulti. Sta ancora piangendo. Quelle lacrime squarciano una parte del velo che mi copriva l'anima. Siamo androidi: esseri senz'anima, per usare uno dei tanti insulti con cui ci definiscono i nostri padroni, gli umani. (FraFra)
Continua a parlare, con la voce rotta da cio' che ora mi viene piu' difficile definire singhozzi. "Sia chiaro: quello che e' accaduto ora tra noi non e' niente di piu' che una reazione preordinata: io ho un set di programmi comportamentali precisi, cosi' come li hai tu: tu reagisci a circostanze legate alla presenza o meno di minacce nell'ambiente circostante, io alla presenza o meno di soggetti muniti della "chiave" giusta. Tu in particolare sembri avere una specie di passepartout. Fanculo a te e chi ti ha fornito il software di base. Ci tenevo a fartelo sapere affinche' tu non ti faccia strane idee su noi due." Poi mi prende per una mano, mi fa alzare, mi porta nella stanza accanto dove c'e' un letto: mi fa stendere, si stende accanto a me. Spegne la luce, mi abbraccia. Sovraccarico. system failure. guru meditation 124ad3 124s63. shutdown. Vedo un cielo stellato.
Milioni e milioni di punti distanti si muovono di fronte ai miei occhi. Si avvicinano, muovendosi in una lenta danza luminosa. Cado lentamente verso questa gabbia di stelle e piu' mi avvicino piu' scorgo nuove stelle, piccole, disposte ordinatamente, luccicanti. Cado ancora, sempre lentamente, seguendo curve iperboliche di avvicinamento alla nuvola di punti luminosi che ora mi avvolge. Piu' vicini i punti si rivelano come lettere, numeri, organizzati in milioni, in continuo mutamento. Mi fermo in un punto: ora posso distinguere con chiarezza le lettere: so cosa significano, so cosa vogliono dire: tutte le righe ripetono: "SMK checksum failed. restart/retry?" Vengo svegliato dalla bionda: vestita, ordinatissima, quasi mimetizzata, all'interno di un'abito il cui taglio e colori potrebbero facilmente confondersi con il grigio del cielo che implacabilmente continua a stendersi lungo tutto l'orizzonte. "Fuori." Mi siedo sul letto. Lei per la prima volta, ricambia il mio sguardo fisso. "La tua reazione e' tipica. Apprendere la verita' sulla tua natura non ti sconvolge, quasi lo avessi sempre saputo e ora sapessi perfettamente come comportarti di conseguenza. Tutte illlusioni. Tu sei un caso speciale: non so se tutto quello che si dice sul tuo conto sia vero o no, comunque ora sei uno zero assoluto: decidi tu cosa fare." Raccoglie una borsa e si avvia alla porta: li' si ferma. Girandosi mi lancia una piastrina delle dimensioni di una carta di credito: non appena la tocco un ologramma animato si innalza dalla sua superficie: un vecchietto con indosso un enorme e dettagliato vestito da scoiattolo si presenta con un tono da spot pubblicitario: "Studio AllAndroid ! tutta la nostra competenza per risolvere qualsiasi vostro problema di manutenzione ! ritiriamo inoltre il vostro usato, con permute o pagamento in contanti! Sconti per comitive, hackers, istituzioni governative o malavitose!" e segue una mappa 3d con indirizzo e indicazione per raggiungere il posto dal punto in cui mi trovo ora. "Cosa devo fare una volta arrivato qui?" "Il vecchio sapra' che ti mando io". Va via, con un marziale rumore di passi che la accompagna scemando mentre si allontana lungo il corridoio. Ne so meno di prima ma e' successo qualcosa: sento di meno il bisogno di trovare risposte: e' come se non avessi piu' domande da fare. Mi alzo guardandomi intorno, scorgo il mio riflesso nel vetro. Mi avvicino. vedo sul mio petto un piccolo marchio scuro, dipinto.... no sembra piu' una bruciatura. L'impronta di un bacio.
C'e' qualcosa in tutto quello che mi e' successo in queste ultime ore che mi sfugge, 'E una sensazione flebile, non riesco ad afferrarla appieno, ma una cosa mi appare chiara ed evidente: saranno anche istruzioni in codice macchina, ma, perdio, IO HO SENTITO QUALCOSA CON LEI. Non so spiegare come sia possibile, non voglio forse nemmeno chiedermelo per paura di sapere quello che forse deve rimanere nascosto: via, un androide con alcune prerogative umane!!!! Uno scherzo di natura cibernetica!!! Ma chi ci puo' mai credere??? CAZZO! Io comincio a crederci e a fanculo tutti gli altri. Ma ora la mia mente passa ad altro. Il programma prende il sopravvento (almeno credo, perche' le mie sensazioni cambiano e cosi' il mio umore), debbo trovare qualcosa, ma ancora non riesco ad inquadrare la questione nei giusti termini. La bionda non ha squarciato in fondo piu' veli di quanti ne abbia aggiunto sulle mie spalle. Sento un brivido (UN BRIVIDO! COME `E POSSIBILE??), mi scuoto, mi alzo. Debbo uscire. Sono fuori, in strada. Batto gli occhi, un Click nelle orecchie emi compare sovrapposta alla visione della strada la mappa con il nonnetto della AA. Un sorriso fugace "Forse AA sta per Anonima Adroidi...". Mi prudono le nocche delle mani. Come prendo il nonnetto ne faccio una marmellata, se non mi da delle risposte. Mi sono scocciato delle domande. Il tragitto e' tortuoso, ma tranquillo ed abbastanza veloce. Mi trovo di fronte un palazzo di vetro ed acciaio. Sono nel quartiere economico finanziario di questa fottuta megalopoli. Entro dalla porta principale. Dentro c'e' un via vai incessante di gente, o forse dovrei dire androidi? C'e' un non so che di familiare nella maggior parte delle persone che mi passano accanto. Vedo in fondo alla sala d'ingresso una specie di Reception.
Una bella nera mi guarda, allunga una mano e mi da una chiave, poi dice "Salve signore, piano 83esimo, stanza 123". Poi si rivolge ad un tizio alla mia destra. CAZZO! Ci risiamo! Comincio con un "Senti, carina, guarda che mi confondi con..." e lei imperterrita: "Salve signore, piano 83esimo, stanza 123". La guardo immobile per circa 30 secondi, poi decido di lasciarla vivere per ciarlare di piani e stanze. Sembra una macchina. Un brivido di paura: "ED IO ALLORA?"... Salgo in ascensore, arrivo alla porta, come da istruzioni, uso la chiave ed entro. Non appena chiudo la porta alle mie spalle tutta la stanza parte a razzo, lateralmente. Mi attacco ad una sedia, che sembra inchiodata in terra. Realizzo subito: sono su di un altro ascensore, ma che stavolta si muove lateralmente. Si ferma. La porta si apre ed entra un tizio su di una sedia a rotelle, di quelle che si usavano 50 anni fa. Non appena lo guardo in faccia un velo si squarcia. "Jimmy 2 ruote!". "Ciao Eric, fottuto bastardo, dove diavolo ti eri cacciato? sono 2 giorni che ti cerco.". Non so cosa rispondere, letteralmente, perche' non so cosa mi e' successo in questi 2 giorni, e nemmeno prime in verita'. "Perche' vuoi saperlo?" La butto li' cosi', per vedere come la prende. "PERCHE'??? Dico, ma che ti sei bevuto il cervello? Ti sei scordato quello che c'e' in ballo???" Non rispondo. Alzo solo le spalle come se fossi infastidito dalla sua veemenza, ed in effetti mi rendo conto che Jimmy mi sta sulle palle. Sempre cosi' enfatico.... Esagerato, senza fegato, solo chiacchiere. Mi guarda per un po', poi sospira e mi fa "Dai, andiamo bello, ci aspettano". Esce nel corridoio. Lo seguo. Arriviamo ad una sala in fondo. Dentro c'e' un tavolo. In fondo sta seduto il nonnetto, con davanti un computer ed un'altra strana struttura elettronica che non riesco ad identificare. "Salve Signor Eric", fa il vecchietto con fare pomposo. La sua voce e' stridente e mi indispone. Non so cosa rispondere. Mi sento a disagio. Ho paura di lui. Sento che se mi volesse fare del male non riuscirei a difendermi. `E assurdo, perche' sono 3 volte piu' grosso e robusto di lui, che sembra fatto di carta velina. Il nonnetto allunga una mano incartapecorita "Ma quante centinaia di anni avra'?" e mi dice soavemente "Prego, mi dia i suoi santini di Sant'Antonio".
Passo i santini al vecchio. Tutta un'altra figura rispetto allo scoiattolone cinguettante che avevo visto nell'olobiglietto. Li prende, mi volta le spalle e comincia a trafficare con il computer. Crollo. "Io non ho la piu' pallida idea di chi sono, ne' di cosa ci faccio qui." Jimmy e il vecchio si voltano all'unisono e mi fissano per qualche secondo, poi la mummia inizia a parlare con tono calmo e misurato. "Lo sappiamo e la cosa non e' di meraviglia per noi piu' di quanto non lo sia per te, anche se da un certo punto di vista e' affascinante che tu senta ancora il bisogno di comunicare con noi manifestando il tuo stato d'animo. Ti abbiamo perso per due giorni ed e' quasi sicuro che tu sia stato catturato e nuovamente "scaricato" dalla parte avversa. Non che la cosa possa aiutarli in alcun modo, poveri stolti! Sono cani ubricachi intenti a mordere la loro coda riflessa in uno specchio! La nostra talpa ha faticato non poco per ricostruire un percorso coerente." "Percorso coerente?!?!" "Tu non puoi reagire a semplici comandi e consigli, Eric. Una volta ritrovato in quelle condizioni, il tuo microkernel non avrebbe mai accettato una versione delle cose del tipo "siamo tuoi amici, ritorna al piu' presto alla AllAndroid" eccetera. Dovevamo ricostruire un ambiente con scenografia e circostanze tali da permetterti di ritrovare la strada da solo e soprattutto di scoprire da solo quale fosse quella giusta. Sei un costosissimo indipendente, amico mio!" Conclude con un sorriso sdentato che mi rassicura: sento che ha ragione e forse mi fa piacere credere che sia cosi' visto che e' il primo ad articolare frasi di senso compiuto con il tentativo di darmi una spiegazione. Girandosi verso le apparecchiature, inserisce i santini ad uno ad uno in una larga e stretta fessura posta su un pannello dei tanti che fanno sfondo al computer. "Il tuo SMK, il tuo Soul Micro Kernel, o sistema operativo se la terminologia ti e' piu' familiare, e' scritto su questi santini. Grande opera di microscultura, per la verita'. In un certo senso sono anche opera tua, puoi esserne orgoglioso." L'immagine di un santino compare sul grande schermo ad altissima definizione davanti al vecchio: l'immagine prima e' frontale, poi zoomma in avanti, mostrando la cartina di 3/4, dall'alto: la carrellata continua, mentre i colori della stampa lasciano il posto a macchie indistinte e poi ad una vista iperingrandita della superficie del santino: ora si vedono le fibre della carta, come in una visione al microscopio: la zoommata si ferma. Le fibre sono come ordinate in ricorsi ugualmente distanziati: acuisco lo sguardo, mi sebra di scorgere qualcosa ma poi il vecchio mi aiuta: una procedura del computer ricalca sullo schermo il profilo di quello che sembrerebbe un profilo montuoso visto dall'aereo: si riconosce una "R" perfetta. "Uno stupendo mix di bassa e alta tecnologia. Tutto il codice e' microscolpito sulla superficie dei santini: troppo a bassa tecnologia per poter essere letto da un qualsiasi sistema contemporaneo di archiviazione dati, sufficientemente ad alta tecnologia per sfuggire ai sistemi di indagine convenzionali: a patto certo di non essere gia' stati informati sul trucco. Non che la cosa ci faccia fare un grosso passo in avanti: il codice e' ovviamente criptato e avremo bisogno di qualche passo avanti in piu' per rompere il codice: questo non e' uno di quelli che si possano infrangere con pura e semplice potenza di calcolo". Il vecchio torna ad osservarmi, incontrando il mio sguardo sempre piu' vuoto e affranto: ogni passo verso un apparente chiarimento mi porta verso la frustrante scoperta di nuovi quesiti. "La nostra indifferenza al tuo essere sbigottito non e' casuale, Eric - dice Jimmy , questa volta con voce seria, fissando il pavimento - sono ormai.... diversi anni che portiamo avanti questa storia.. talmente tanti che mi sembra di essere chiuso in un anello di eventi dal quale non si possa piu' uscire..." Il vecchio salta su' dalla sedia con elettrico vigore: "Chiacchiere! Chiacchiere e piagnistei! siamo vicini alla conclusione della ricerca piu' di quanto non lo siamo stati in tutti questi anni!" Fissa Jimmy con sguardo punitivo, poi si volta verso di me con sguardo rassicurante "Questa situazione, intendo noi tre qui ora, tu a far domande e noi a rispondere, non e' nuova per noi ed e' paradossalmente sempre nuova per te: capirai tutto fra poco, siediti." Una proiezione olografica parte al comando del vecchio: sono due ragazzi sulla venticinquina. Uno e' su una sedia a rotelle. I due escono dalla stanza lasciandomi da solo con la registrazione. "Ciao Eric!" inizia quello in piedi, sorridente "Visto l'andazzo delle cose dobbiamo prendere alcune provvedimenti: gli ultimi sviluppi per la decodifica del tuo SMK sembrano prendere una piega un po' ripetititva: ad ogni nostro passo in avanti la parte avversa riesce a metterti le mani addosso quel tanto che basta per cancellare la tua memoria a breve termine: non riescono a far altro ovviamente e noi di certo non possiamo difenderti meglio di quanto tu non sappia gia' fare da solo. Abbiamo dovuto ricostruire la tua "consapevolezza" gia' tre volte ed ora abbiamo deciso di facilitarci il compito facendo questa registrazione, in caso dovessero riuscire a azzerare nuovamente i tuoi ricordi recenti: tanto per guadagnare tempo! Io mi sono quasi rotto di ripetere sempre la stessa tiritera: e' gia' abbastanza difficile riportarti qui ogni volta. Tu sei il risultato di un esperimento abbastanza inconsueto lanciato da John Kubrik, un programmatore, poeta e visionario high-tech morto circa cinquanta anni fa: aveva aperto, su quella che allora era chiamata Internet, un "Melting Pot": un server adibito a ricevere contributi da parte di chiunque avesse voluto inviare codice, suoni, immagini o quant'altro. Un programma residente scritto da Kubrik, una AI con funzioni analoghe a quelle di un DNA ricombinante, ha lavorato per anni analizzando e combinando tutti i contributi ricevuti, anche dopo la morte del suo creatore, producendo come risultato il tuo SMK, o meglio la sua base strutturale, poi replicata e differenziata al momento dell'immissione all'interno di tre androidi differenti; questi erano stati rubati da Kubrik alla societa' dove lavorava come esperto di AI: societa' con facciata di comodo in parte sotto il controllo governativo transnazionale e in parte gestita da fondi privati (di cui sicuramente una percentuale proveniente dalla malavita organizzata di mezzo mondo). Tu sei uno di quei tre.".
"L'immissione casuale dei dati in voi tre ha prodotto un risultato inatteso e stupefacente, anzi diro' di piu', letteralmente incredibile: voi tre siete stati dotati di un qualcosa molto vicino ad una anima umana, e dico vicino perche' mi ripugna dovere ammettere che un insieme di metallo e di carne oscena quale sei tu possa avere il piu' grande dono che possediamo solo noi uomini, noi, i purarazza, cioe' un'"Anima". Non sappiamo ancora granche' di questo stato insondabile della coscienza umana, nemmeno ora nel 21simo secolo. `E qualcosa che va oltre la tecnologia e la conoscenza scentifica che possediamo. `E mistica, e' religione, e' un qualcosa che non possiamo capire, e quello che non si capisce e' male. Tu sei il Male, Eric". "Piantala, sei una lagna!", lo interrompe a questo punto l'altro, quello inchiodato sulla sedia "Non fare caso alle ultime parole di Peter, lui e' un Evangelista dell'Ultimo Avvento, si e' convertito da 3 settimane, e vede Apocalissi dietro ogni angolo.... Torniamo ad un discorso piu' coerente. Allora, caro Eric, tu hai una quasi-anima. La definisco quasi-anima perche' la tua specie era destinata ad avere tante prerogative, tranne questa, e noi non possiamo nemmeno lontanamente capire cosa possa significare per te avere questa ulteriore prerogativa. Mi spiego: sei un Umano? Sei piu' di un Umano?? Rimani qualcosa al disotto di un Umano??? Quesiti per ora senza risposta. Per noi comunque rimani forse il bene piu' prezioso, almeno finche' non riusciremo a capire cosa sei e quali vantaggi puoi arrecare alla nostra societa'. Continuando il nostro discorso, il fatto di possedere una quasi-anima nel tuo corpo cibernetico di androide, ha inspiegabilmente potenziato alcune tue prerogative, mentre ne ha create di altre che non facevano assolutamente parte del tuo kernel di base. La mappa del tuo Soul-Kernel e' una sorta di mappa del tesoro continuamente aggiornabile anche per noi, visto che ogni volta che ti ripeschiamo esce fuori qualcosa di nuovo. Io ti amo, Eric, sei la cosa piu' affascinante su cui ho messo le mani da sempre. Ora che andremo ad aggiornare il tuo Soul-Kernel, per farti un esempio, lo aggiorneremo con questa tua nuova prerogativa di rallentare o dilatare il tempo, come hai dimostrato poche ore fa. Non fare quella faccia stupita: sei sempre sotto monitoraggio, o pensavi che non curassimo i nostri interessi? Solo che, per far uscire allo scoperto le tue nuove facolta', ti dobbiamo lasciare la briglia sciolta, almeno all'apparenza. La tua spontaneita' non deve essere intaccata, altrimenti il gioco si inquina. Non ti preoccupare, le tue amnesie sono ricorrenti. Io non sono daccordo con il capo, secondo me le tue amnesie, anche se non venissero indotte dalla concorrenza, ci sarebbero lo stesso: e' come una sorta di black-out necessario per riaggiornare il tuo sistema che e' in continuo accrescimento. Proprio per questo ti spiego tutto cio', tanto fra un po' lo dimenticherai, e forse il fatto di sapere chi sei, per un po' stimolera' ancor piu' la tua cyber-corteccia per produrre nuovi soul-bits che andranno ad incrementare il tuo soul-kernal totale. Il vecchio ti ha detto in fondo una piccola balla. La codificazione sui santini, serve solo a non perdere la tua cyber-anima fino al momento in cui e' stata codificata.... Scusami un attimo" e si gira verso qualcosa alle sue spalle. "Abbiamo perso, strada facendo, i tuoi altri due compagni", riprese l'altro in piedi" e non siamo stati in grado ne' di ritrovarli, ne' di capire se sono ancora operativi o se sono finiti in mano alla concorrenza, anche se quest'ultima e' la possibilita' che riteniamo piu' vicina al vero. Ma aspetta che rido' la parola a Paul. Come avrai capito, parlare con te mi ripugna profondamente". "Eccomi di nuovo" riprese il carrozzato "Allora stavo dicendo della tua codifica di base, Eric. Mentre tu te ne stai li' buono ad ascoltare quello che ti stiamo dicendo, sono orgoglioso di comunicarti che abbiamo completato la nuova mappa del tuo Soul-Kernel, o per dirla in parole piu' brevi, ti abbiamo fregato ancora una volta, caro Eric". I due si volgono uno di faccia all'altro e cominciano a ridere come matti. Non la finiscon piu'. Ho le palle gonfie di questa storia. Si sentono furbi, ma intanto mi hanno dato quel che volevo: delle informazioni di base essenziali. Chi e' che si sara' piu' avvantaggiato fra di noi? Qualcosa ho ottenuto e per il momento decido che mi puo' bastare. Un urlo gutturale e profondo mi esce dalla gola.
La stanza vibra a quel suono. I due smettono all'improvviso di ridere e si girano interrogativi verso di me. Cerco di alzarmi. Non ci riesco. Qualcosa di non visibile mi tiene legato alla sedia. Sembro incollato ad essa. I due riprendono a ridere. "Non ti agitare Eric", mi fa con uno sguardo maligno Peter", sei legato alla sedia con dei fili molecolari: nemmeno Dio in persona potrebbe farti alzare da li', se noi non ti sciogliamo con questo" ed indica un pulsante su di un piccolo pannello davanti a lui. I due idioti continuano a ridere. Sento che la smania di muovermi ed una certa furia mi stanno invadendo dentro. Mi sto riscaldando. La mia temperatura sale. Cazzo! Sto scaldandomi sul serio, sembro un pezzo di metallo in una fornace. Brucio. I due stanno incollati con lo sguardo davanti a me. Le loro bocche formano delle curiose "O" ed i loro sguardi sono vuoti. Non sanno che cosa fare. L'aria ondeggia intorno a me. Tutto nella stanza sta sciogliendosi. La sedia fonde rapidamente. `E una pozza di metallo sotto i miei piedi. Mi scrollo di dosso il loro miracoloso filo molecolare. Lo schermo e' arroventato e mezzo sciolto. Comincio a raffreddarmi rapidamente. Anche il pavimento da mezzo sciolto torna a risolidificarsi. Il tutto e' durato appena una 20 di secondi. Sono nudo in mezzo ai resti della stanza, ma libero. Guardo i due imbecilli su cio' che rimane dello schermo e mi voglio togliere una piccola soddisfazione. "Allora salutatemi Dio, ragazzi!", ed esco con calma dalla stanza. Suonano delle sirene di allarme. Alcune sono del sistema anti incendio, ma un'altra mi sembra una sirena di allarme di altro genere. Non capisco perche' affermo una cosa del genere, ma sono sicuro che e' cosi'. Escludo subito l'ascensore, e mi avvio verso le scale di sicurezza. Comincio a scendere. Si sentono dele grida, forse qualcuno sta urlando degli ordini. I pianerottoli si susseguono uguali, uno dopo l'altro, mentre scendo molto rapidamente. Mentre sto passando l'ennesimo piano si apre la porta di ingresso alle scale ed un tizio mi si para di fronte. Lo stendo in un attimo. `E capitato a proposito. `E all'incirca della mia taglia, anche se un po' piu' piccolo di me. Lo spoglio e lo lascio nudo come un verme. Ora sono presentabile. Lui un po' meno, ridacchio fra me e me. Infine sbuco nell'atrio. Ora c'e' un fuggi fuggi generale e lascena e' quasi apocalittica. Sirene che suonano, voci che urlano incoerenti, persone che scappano da ogni parte, le porte che si stanno chiudendo ermeticamente con delle saracinesce di metallo che stanno calando sulle porte. Il tempo sembra ancora una volta rallentare. L'aria e' calda al mio passaggio. Tutto sembra immobile intorno a me. Passo attraverso una porta mezza chiusa. Avro' attraversato l'atrio e varcato la porta in un decimo di secondo. Sono fuori. Mi giro. Le porte calano fragorosamente. Sorrido. Sono rimasti chiusi dentro! Ora rido sguaiatamente. Una lacrima di piacere mi scende dall'occhio destro. Una Lacrima???. Torno serio. Umano, non umano, meno di umano, piu' che umano. Cazzate! Che me ne frega ora di questi sofismi? Voglio solo allontanarmi da li'. Un Bar. Luci morbide. Poca gente. Un bancone. Una bottiglia di Cytros davanti a me. Un bicchiere mezzo pieno e la mia figura ingobbita su di uno sgabello che mi guarda dallo specchio dietro al bancone. In fondo mi frega di tutte quelle disquisizioni, su quanti angeli dormono sulla capocchia di uno spillo. Sapere cosa sono e' un bisogno primario. Non posso ignorarlo e fare finta che non sia importante per me. Mentre sono assorto mi rendo conto che c'e' un brusio che mi infastdisce. Realizzo presto che e' una voce umana. Un tizio, seduto vicino a me, mi sta parlando. "Hei amico, sei sordo o ti sei bevuto tanto Cytros da non sentire piu' niente? Ti ho fatto una domanda" Lo guardo. `E stupefacente. Innanzitutto non riesco a capire cos'e'. Mi spiego: di che genere e'. Ha meta' faccia da uomo e meta' faccia da donna. Ha un velo di trucco sulla faccia, questo lo capisco, ma l'effetto e' veramente unico, almeno per me. "Scusa ero assorto in altre cose, che mi hai chiesto?", gli rispondo guardingo. "Ti chiedevo che ci fa un bel maschione come te da solo in quest'angolo di purgatorio. Non mi sembri un Solitario". Lo guardo di nuovo. Ha due facce simpatiche in fondo. Ne ho le palle piene di urla, botte e momenti convulsi.
Mi voglio rilassare. Decido di essere amichevole. "Non so se sono un Solitario, anzi non so bene chi sono, in fondo. Comunque per gli amici sono Eric". "Ciao Eric, stasera sono sola. Facciamo amicizia. Offrimi da bere e ti terro' compagnia. Io mi chiamo Cindy" . "Allora ciao Cindy " le verso da bere. "Il tuo look e' eccezionale. Chi sei Cindy?". Mi sorride. `E un sorriso molto dolce. "Chi sono? Dipende dal momento. Sono un Ultra-trans. Dei giorni, delle ore o dei minuti sono uomo e degli altri sono donna. Ma da dove vieni? Possibile che non ha mai visto una come me? Siamo ormai il 40 per cento del genere umano, siamo il sesso, cioe' i sessi dominanti. Noi siamo tutto!" Si ferma, mi sorride e continua "Scusa, delle volte eccedo un po'. Ma dimmi di te,che cosa c'e' che ti impensierisce tanto?".
|