L'aereo plana, come in vista di una pista di atterraggio, alla base di un grattacielo
ed entra in una nuova galleria. Sul retro dell'edificio, dove c'e' lo sbocco della
galleria, esce di nuovo una metropolitana, che fa un pezzo di strada su di uno spiazzo
vuoto nella citta' e poi imbocca un'altra galleria in un altro grattacielo. Il rumore
cambia di nuovo, divenendo ovattato. Ad un certo punto in lontananza si vede la rotaia
ostruita da un muro su cui spicca un cartello con la scritta "WELCOME REALITY".
La metro viaggia a tutta velocità verso il muro. Improvvisamente c'è un urto violento
e subito davanti agli occhi mi passa la visione di lamiere contorte, di vetri infranti,
mentre sento delle urla di dolore. Poi cala il silenzio. Ed in sottofondo si sente una
risata che diviene sempre piu' acuta fino a diventare uno strillo di angoscia, f inendo
con un singhiozzo. A questo punto mi sveglio, con la bocca secca e tutti i muscoli del
corpo indolenziti.". Lo psicologo rimase in silenzio, come per essere sicuro che non
avessi altro da aggiungere, poi esclamò: "Si tratta di un sogno molto complesso ed
il fatto che si ripeta incessantemente da un così lungo tempo lo rende estremamente
singolare, ma penso che con una adeguata terapia psicanalitica lei potrà tornare
ad un ritmo normale del sonno e potrà evitare di ripetere incessantemente sempre lo
stesso sogno". Lo interruppi, quasi gridando: "No, no! Non ha capito! Io non voglio
cambiare sogno, io lo amo il mio sogno. Io voglio vivere in quella città. Sono venuto
da lei perchè mi dia qualcosa che non mi faccia più risvegliare in questo nostro mondo
che odio con tutte le mie forze.".
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