Il soffitto color crema che si trovava di fronte ai miei occhi aveva una piccola crepa
in fondo a destra, ed il mio sguardo indugiava su di essa. "Allora mi stava accennando
ad un suo sogno...", la voce dello psicologo interruppe il momento di torpore che si
era creato nella mia mente e mi riportò rapidamente ad uno stato di veglia. "Si
dottore, sono qui da lei proprio per questo. Da tre mesi, ogni notte, faccio lo stesso
identico sogno, senza nessuna variante. Nel sonno mi sembra di avere gli occhi
chiusi e di non poterli aprire, poi con uno sforzo improvviso li spalanco e mi trovo
di fronte ad un paesaggio molto vasto, ma immerso in una densa nebbia. La cosa
insolita è che lo vedo da una visuale molto ampia, come se guardassi attraverso
un grandangolo di un obiettivo fotografico. Il terreno di fronte a me è abbastanza
desertico e c'è una monorotaia che parte dalla nebbia, mi passa accanto a circa dieci
metri sulla mia sinistra, e prosegue dietro di me fino a perdersi in lontananza. Non
si sente nulla e tutto e' immobile, tranne la nebbia che si muove pigramente. Pian
piano un rumore cresce sempre piu' forte. All'improvviso dalla nebbia sbuca un treno
che mi passa vicino, correndo sulla monorotaia. Il rumore e' molto alto. Poi la
visuale cambia e vedo il treno in lontananza. Anche il paesaggio e' cambiato, e' meno
desertico e piu' montagnoso. Come un uccello accompagno in volo la folle corsa del
treno, che viaggia ad elevata velocita' sulla monorotaia. La visuale cambia di nuovo
ed il treno adesso sfreccia su un territorio dove si trova una montagna stranissima,
composta da tre volti di pietra che sembrano girarsi, quando passiamo di fronte a
loro e che scompaiono pian piano sulla sinistra, mentre la corsa continua, piegando
verso destra. Il terreno torna ad essere piu' desertico e cominciano a vedersi alcune
piramidi con base diversa: quadrate, pentagonali, ottagonali, lisce e a gradoni.
Sulla sommita' si intravedono delle figure umane o degli animali. Altre sono vuote.
Passiamo fra loro, senza rallentare. Il paesaggio cambia di nuovo e diviene erboso.
Ci avvicinamo ad una stazione dall'aspetto avveniristico, immersa nella foschia. Si
sente il rumore dei freni.
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