Petronio si stiracchiò voluttuosamente, sbadigliando. Quella era vita: mangiare,
dormire e lucidarsi il pelo, senza perdere l'occasione di giocare con il suo amico
Giorgio. Amava simulare dei finti agguati, per farsi correre dietro: cinque chilogrammi
di muscoli perfetti, lanciati a folle velocità. Cominciò a mordicchiare sempre più forte
la mano di Giorgio, che dopo un po' aprì gli occhi e lo guardò esclamando
"Petronioooo! Ahi! Fai piano! Quella è la mia mano!". Petronio si fermò, lo osservò
per un attimo e poi si precipitò come un razzo giù dall'amaca, scomparendo
velocemente dalla vista di Giorgio, che guardò la porta e sorrise, indeciso se alzarsi
o no. Intanto Petronio arrivò di corsa fino all'ingresso della stiva e li si arrestò,
immobile. Non sapeva se aspettare o tornare indietro per un altro finto attacco. Si
protese ad ascoltare attentamente per sentire i passi di Giorgio ed udì un leggero
fruscio. Il rumore proveniva però da un punto sbagliato, vale a dire dal profondo della
stiva. Per di più non era un rumore familiare. L'istinto atavico del cacciatore ebbe il
sopravvento, così Petronio si diresse cautamente verso l'origine di quello strano
suono. Il Drill stava tranquillamente mangiando un pezzo di legno di una cassa da
imballaggio. Improvvisamente s'immobilizzò. Uno dei suoi sensi alieni lo avvertì che
qualcuno era entrato nella stiva e si dirigeva verso di lui, con intenzioni bellicose.
Si mise velocemente sulla difensiva, con il pungiglione pronto a colpire e con gli
artigli sguainati. Petronio si avvicinò lentamente lì dove proveniva il rumore sospetto
ed avvertì anche uno strano odore, mai sentito prima. Il pelo lungo la sua spina dorsale
si rizzò ed il muso sembrò allungarsi: avvertiva una strana sensazione! Girò dietro
una cassa e si trovò di fronte al Drill. In realtà Petronio vide solo una leggera
nebbiolina, ma udito ed olfatto lo avvertirono che lì c'era qualcosa che andava
sterminata. Si preparò a balzare sull'intruso, mentre il Drill arcuò il suo terribile
pungiglione, pronto ad uccidere... Una mano rapidissima afferrò Petronio sotto la
pancia e lo tirò verso l'alto, mentre il pesante stivale di cui erano dotate le uniformi
spaziali schiacciò inavvertitamente, con la sua suola metallica, il Drill sul pavimento
della stiva. La voce beffarda di Giorgio esclamò trionfante: "Petronio, stavolta ti ho
preso! Mi sa che a forza di dormire sull'amaca ti sei rimbambito!", e giù una sonora
risata, mentre se lo coccolava fra le braccia. Petronio lo guardò stranito ed ancora
non si capacitava di come fosse finito lì. Il peggiore pericolo che avesse mai
minacciato la Terra si risolse così, senza che nessuno se ne accorgesse, grazie ad
un gatto e ad un uomo giocherelloni.
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